Vendemmia 2015. Che annata!
2015…un’annata da ricordare. La sensazione che si aveva a inizio settembre, di un’annata record per quanto riguada i parametri qualitativi, oggi è certezza. Dalle cantine, assaggiando i primi vini (alcuni ancora in fermentazione) si può facilmente concludere che questa vendemmia sarà da ricordare nei prossimi anni. La stagione era iniziata bene, con piogge primaverili che hanno preparato il terreno. La calura estiva che è servita a far maturare bene le uve e soprattutto a limitare le patologie da funghi, e quindi un minor numero di trattamenti fitosanitari nei vigneti. Infine il settembre caldo e mite che ha permesso ai viticoltori di scegliere con pazienza il momento migliore per la raccolta delle uve.
Sicuramente l’uva che più ha beneficiato di questo clima caldo ed asciutto è stata la Barbera che ha mantenuto una produzione di buona quantità ma soprattutto di qualità elevatissima. Seguono uve bianche come il Cortese e quelle medio precoci come la Bonarda e Malvasia, dove abbiamo ottenuto vini dal buon corpo ma che hanno mantenuto la loro tipica freschezza. Anche la Freisa ha avuto punte di eccellenza in alcuni vigneti, sebbene sia la varietà più suscettibile al clima caldo e poco piovoso dei mesi estivi. Per finire una novità dell’azienda Rossotto: il nebbiolo. Al terzo anno di vita le piante hanno già portato ad una produzione di quantità e qualità tali da poter effettuare una vinificazione a parte…ma di questo ne parleremo in futuro.
A livello quantitativo invece dobbiamo registrare una diminuzione, in parte dovuta alle operazioni di estirpo e reimpianto di nuovi vigneti che portano ad avere produzioni notevolmente più basse nei primi anni; parte purtroppo dovuto alla moria di piante riconducibile alla Flavascenza dorata, fitoplasma che si insedia nella vite portandola ad un lento ma inesorabile declino fisico. Unico grande neo che cerchiamo il più possibile di arginare, ma del quale non vi è ancora una vera e propria cura.
Così, mentre nei vigneti le foglie che si colorano di autunno si lasciano cadere al suolo, il lavoro prosegue in cantina per riuscire ad ottenere il massimo da questa raccolta che possiamo dire “benedetta” da Don Bosco proprio nel bicentenario della sua nascita (1815 – 2015).
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